
Come un piccolo cambiamento può avere un impatto positivo
Epson, insieme agli esperti dell’Università di Cambridge, ha condotto una ricerca avente come obiettivo quello di comprendere meglio quale ruolo possa giocare la stampa nel ridurre l’impatto del riscaldamento globale sul Pianeta.
Dalla ricerca emerge che per consentire al Pianeta di raggiungere un futuro “a emissioni nette zero” di CO2 equivalente, l’energia consumata a livello globale da tutti gli elettrodomestici deve diminuire in media di circa il 25%, rispetto ai livelli del 2020, entro il 2030, e del 40% entro il 2050.
Ha inoltre evidenziato che un passaggio globale da stampanti laser a stampanti con tecnologia a freddo, consentirebbe di ridurre le emissioni di energia del 52,6% e che, in base al tipo di stampante scelta, la tecnologia inkjet può essere fino al 90% più efficiente, sotto il profilo energetico, rispetto alla tecnologia laser.
In questo studio, sono stati esaminati gli effetti sul cambiamento climatico causati dall’uso degli elettrodomestici nelle nostre case e nell’industria e viene illustrato l’impatto che hanno sull’ambiente le emissioni di CO2 collegate a questi dispositivi.
Si sono prese come esempio le stampanti, al pari degli elettrodomestici di uso comune, analizzando “gli indicatori operativi di efficienza energetica” relativi alle diverse tipologie di prodotto e mostrando i possibili effetti di un impiego su ampia scala di stampanti a basso consumo energetico.
Successivamente, viene mostrato come la riduzione del carbonio che si otterrebbe adottando questo tipo di prodotti, permetterebbe al settore delle stampanti di allinearsi con i percorsi di decarbonizzazione descritti nello scenario di neutralità climatica dello zero netto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, che impone entro il 2050 una riduzione del 60% dei consumi energetici relativi agli elettrodomestici rispetto a quelli fatti registrare nel 2020.
Anche se il settore delle stampanti potrebbe sembrare di scarsa importanza in quest’ottica, se tutti sul pianeta iniziassimo con dei piccoli cambiamenti, potremmo avere dei risultati enormi. In sintesi, l’adozione di tecnologie intelligenti è fondamentale per abbassare la temperatura del pianeta.
Il consumo stimato delle stampanti è di
4,516 GWh (gigawattora) elettrici all’anno,
con emissioni stimate di 2.5 MtCO2
che equivale al consumo di 3.052.033
barili di petrolio
RISCHI PER L’AUMENTO DI CO2
Pur essendo indispensabile per il nostro ecosistema, un’elevata emissione di anidride carbonica (CO2) ha delle conseguenze molte evidenti per il nostro pianeta e dei rischi elevati.
Prima di tutto ne risente il clima: negli ultimi anni è possibile notare un cambiamento davvero drastico, colpa appunto del surriscaldamento globale, causato a sua volta dall’inquinamento e dalle emissioni di gas nell’atmosfera.
Il cosiddetto Effetto Serra sta distruggendo gli equilibri delicati del nostro ecosistema: i ghiacciai, soprattutto quelli più piccoli stanno lentamente scomparendo uccidendo le specie che hanno bisogno di un clima rigido per vivere, come ad esempio gli orsi polari; ma non solo, si sta innalzando anche il livello del mare e quindi i fiumi si stanno riempiendo di acqua salata provocando gravi danni all’agricoltura.
Inoltre durante i mesi più caldi l’approvvigionamento di acqua viene messo a rischio e quindi riduce la possibilità di produrre energia idroelettrica, che è invece un tipo di energia rinnovabile e pulita.
Inoltre l’anidride carbonica è presente in quantità elevate anche nei nostri oceani e nei nostri mari; questo mette a rischio numerose specie acquatiche e quindi ancora una volta il nostro pianeta è esposto a gravi danni. Anche il fenomeno dell’allargamento delle zone desertiche è sempre più comune.
Gli elettrodomestici (che comprendono anche le stampanti) hanno un ruolo importante in questo problema di grande rilevanza, che vede tutti alla ricerca delle possibilità di migliorare l’efficienza energetica, per poter ridurre anche solo di un kg le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Consumi negli uffici
Il fabbisogno energetico degli edifici rappresenta circa il 28% dei consumi che causano le emissioni di CO2. In aggiunta, il fabbisogno energetico degli edifici rappresenta all’incirca il 38% dei consumi complessivi globali e il 45% dei consumi dei Paesi membri dell’OCSE1. La componente principale di questo tipo di consumo energetico e delle emissioni di carbonio degli edifici è associata al riscaldamento, al condizionamento e alla ventilazione degli immobili. In questo contesto, l’utilizzo di elettrodomestici rappresenta una percentuale molto significativa delle emissioni degli edifici. In effetti i consumi degli elettrodomestici, inclusi quelli da cucina, per la pulizia degli ambienti, l’illuminazione, gli strumenti informatici, per la conservazione al freddo e per l’intrattenimento, sono stimati nell’ordine di 3.250 TWh e rappresentano circa il 15% del fabbisogno elettrico globale a livello di utenti finali.5 La scelta di macchine per ufficio efficienti e a consumo ridotto è importante per tutte quelle aziende che vogliono ridurre le emissioni che provocano il cambiamento climatico.
1 L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) riunisce Paesi membri e altri partner per cercare risposte comuni ai grandi problemi internazionali, a livello nazionale, regionale e locale.
l grafico qui sotto mostra il consumo annuo stimato, in termini di energia ed emissioni carboniche, basato sul numero totale di stampanti in funzione sul mercato per un periodo di quattro anni. Tuttavia, una sostituzione totale a livello mondiale della tecnologia di stampa laser con quella inkjet potrebbe fornire un risparmio energetico complessivo superiore a 2.240 GWh all’anno, equivalenti a circa 1.300.000 tonnellate annue di biossido di carbonio.
Questo invece, dimostra la riduzione delle emissioni di carbonio grazie a una maggiore efficienza delle stampanti